Monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Academia pro Vita, ha sottolineato che l’uso della pillola in questione comporta la scomunica per le donne che vi fanno ricorso così come per i medici che l’hanno prescritta perché la sua assunzione è analoga a tutti gli effetti dell’aborto chirurgico. Per il vescovo, «dal punto di vista canonico è come un aborto chirurgico».
il Vaticano parla di «veleno letale» e «delitto» che comporta «la scomunica» per chi lo usa o lo prescrive.
Durissimo anche monsignor Rino Fisichella: «É un male ed è pericolosa per la salute».
Per il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, c'è invece il pericolo che con la Ru486 si possa arrivare a una «clandestinità legalizzata» degli aborti.
Luca Volonté: «Con la commercializzazione della Ru486 trionfa la cultura della morte. E non è sicura: ricorrendo all’aborto chimico, donne e ragazze italiane che vogliono evitare una gravidanza indesiderata non faranno altro che uccidere di sicuro una vita umana mettendo in pericolo anche la propria».
Fisichella ricorda in un'intervista al Corriere della Sera che per il Vaticano «la soppressione dell'embrione di fatto è la soppressione di una vita umana: che ha dignità e valore dal concepimento alla fine».
Gian Luigi Gigli, responsabile del dipartimento Salute e Welfare dell'Udc parla di «farmaco veleno» e di come venga fatto «un regalo alle multinazionali e all'ideologia radicale sulla pelle delle donne».
Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla Giustizia parla di «gravissimo errore, che strizza l'occhio alla cultura della morte» anche perché spiega «la Ru486 ha causato la morte di diverse donne in tutto il mondo».
(PS: 29 in tutto il mondo dalla sua comparsa sino a oggi) fonte mai sottolineata
Medici cattolici: è inaccettabile, attentato alla vita. «L'aborto resta un inaccettabile attentato alla vita». Vincenzo Saraceni, presidente dei medici cattolici, appare fortemente amareggiato sul via libera dell'Agenzia italiana del farmaco alla Ru486. «Come medici - spiega - siamo preoccupati per la salute della donna. Il via libera, infatti, non ha tenuto conto delle 29 morti che sono state attribuite all'uso di questo farmaco». Quella dell'Aifa «è una decisione che ci addolora - incalza - è che non ha considerato gli effetti collaterali importanti attribuiti alla Ru».
"Una crepa nella civiltà", "La libertà di scelta finisce per affermare solo il diritto del più forte".
Continua, feroce, la polemica sulla Ru486, la pillola abortiva ammessa anche in Italia dalla decisione dell'Aifa.
La Chiesa non dà tregua e scende in campo, con un'intervista sull'Avvenire, il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della Cei che invita anche i medici a far crescere l'obiezione di coscienza.
Questi signori sono liberi di dire quello che ritengono
opportuno visto che siamo in un paese democratico, ma
lascino la libertà di decidere a persone che la pensano
diversamente da loro. Un paese libero e anche questo.
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