Un freddo martedì di Gennaio, esco da lavoro e, armato di buona volontà, della mia digitale e di un po’ di fortuna, mi procuro un incontro con John Malkovich a Prato, per la precisione al Museo Pecci. L’attore presenterà la sua collezione di abiti maschili, “Technobohemian”, in occasione di Pitti Immagine Uomo.
Incontrarlo non è stato difficile, un po' di faccia tosta, due amici intrufolati nell'ambiente ed ecco che mi trovo dietro giornalisti e fotografi, sindaci e assessori: tutti gli chiedono una dichiarazione su film vecchi e nuovi, altri attori famosi ma nessuno sembra ricordare che, da qualche tempo, Malkovich si dedica anche alla progettazione e alla realizzazione di abiti belli e sofisticati, concepiti come se fossero solo per il suo armadio. Positivo il giudizio sul suo stile, che lo contraddistingue. Passata la bolgia tocca a me, ho poco tempo, ma sarà sufficiente per complimentarmi per la sua giacca e la sua nuova collezione. Gli si accendono gli occhi, quasi a dire: "Ecco finalmente qualcuno che si è accorto che, oggi, mi occupo di altro". Ancora un paio di battute, qualche convenevole e ci facciamo scattare una foto insieme. La folla lo reclama e mentre, si allontana, gli scatto altre foto, per sottolineare il più possibile il suo splendido outfit. Lo saluto e torno nella sala della vera protagonista snobbata, ossia la collezione “Technobohemian”, la osservo meglio, tocco i materiali, controllo le fattezze e chiedo in giro ad ipotetici collaboratori informazioni circa la progettazione. Riesco solo a sapere che i disegni gli fa lui a matita e che i tessuti scelti sono molto ricercati e costosi.
Per oggi, da Pitti Uomo, può bastare, non credo che domani ci sarà un altro Malkovich.
Photo : Meo
Nessun commento:
Posta un commento